Il clima che cambia.
L’incubo del ventunesimo secolo. Oggi, ancora, questo non lo vediamo chiaramente: possiamo solo immaginarlo.
Eppure, vi sono tanti, tanti segnali del clima che cambia ANCHE sotto il livello del mare.
Da qualche anno stiamo assistendo a mortalità di massa delle foreste di gorgonie lungo i nostri fondali. La causa è stata individuata dagli scienziati proprio nel riscaldamento globale, che rende le acque nelle prime decine di metri sempre più calde.
Dunque le gorgonie muoiono per il calore? No! Non direttamente, almeno.
Il problema deriva dal fatto che il riscaldamento dell’acqua, rende favorisce la proliferazione di batteri che infettano ed uccidono le gorgonie.
I ricercatori che lavorano nelle Aree Marine Protette o che si immergono sui fondali più belli del Mediterraneo, non possono far altro che assistere inermi alle mortalità di massa che rischiano di far scomparire un ecosistema tipico e ricco portando, almeno in un primo tempo, alla desertificazione della zona.
Le gorgonie sono dunque destinate ad estinguersi? No, fino a quando vi saranno popolazioni in grado di emettere gameti e ripartire con la colonizzazione del fondale. Ma se muoiono tutte, allora non vi sarà più speranza di ripresa. Lorenzo Bramanti è un ricercatore, ma anche un sommozzatore in grado di scendere e lavorare a grandi profondità fino ad oltre cento metri, utilizzando attrezzature complesse e miscele gassose diverse dall’aria, pronto ad affrontare ore ed ore di decompressione prima di poter riemergere.
Laggiù, ancora il cambiamento climatico non si è fatto sentire.
Lorenzo ha scoperto che alcuni relitti di grandi navi e mercantili affondati durante la seconda guerra mondiale sono oggi straordinariamente colonizzati da bellissime gorgonie.
Qui il temibile virus è tenuto a bada dalla temperatura dell’acqua che non supera mai i 15 gradi. Queste colonie, dunque, resistono.
Ma Lorenzo si pone una domanda: le prime gorgonie che sono nate su queste lamiere, sono nate grazie a larve arrivate qui da chissà dove. Poi, la popolazione è diventata sempre più ricca e vitale. Ed ora? Le piccole “reclute” (le minuscole colonie appena nate) si sono sviluppate da larve arrivate da lontano, o sono direttamente “figlie” di quelle che già attecchivano sulle lamiere?